domenica 16 giugno 2013

Simone Minghellini si iscrive alla fiera .....

Nel mondo del calcio, così come nella vita in generale, comunicare è fondamentale. E farlo nel modo giusto lo è ancora di più. Credo che questa frase andrebbe scritta su un bel cartello da appendere in qualche ufficio di Casteldebole, considerato che da questo punto di vista il presidente Guaraldi non sembra certo un campione. A mio avviso, molta della rabbia che i tifosi nutrono nei suoi confronti deriva, più che da errori materiali veri e propri (come cessioni o mancati acquisti), da questa grande lacuna che lo accompagna fin dal giorno del suo insediamento. Non sto dando del bugiardo o tantomeno del falso a nessuno, sto dicendo però che comunicando nella maniera sbagliata si rischia di apparire in questo modo. E siccome dall’altra parte c’è un interlocutore (o meglio, un popolo di interlocutori, la tifoseria rossoblù), esiste il rischio concreto che quest’ultimo possa sentirsi raggirato e finire col perdere la pazienza. È umano.


la rabbia riguarda anche cessioni e acquisti assurdi

L’ultimo caso, in ordine cronologico, è legato all’affare Gilardino. Ma chi gliel’ha fatto fare a Guaraldi di dichiarare a più riprese in televisione e suoi giornali che per l’acquisto dell’attaccante della Nazionale era ormai tutto a posto, tutto definito? Una pistola alla tempia? Non credo, non credo proprio. Un consiglio sbagliato? Può essere. Una decisione autonoma piuttosto affrettata, dettata magari da uno slancio di entusiasmo? Direi che ci siamo. In questo modo però si aggiunge danno a danno, perché perdere un giocatore fondamentale è già di per sé un duro colpo per un tifoso, ma ricevere una bastonata tra capo e collo dopo essere anche stati illusi è probabilmente qualcosa di insostenibile.
 
? per me ti droghi?

Il presidente ieri ha raccontato di un improvviso voltafaccia di Preziosi, che da un giorno all’altro avrebbe cambiato le carte sul tavolo delle trattative. Conoscendo l’affidabilità e la correttezza del numero uno genoano non stento a crederci, ma a questo punto allora entra in gioco un nuovo, macroscopico difetto: l’inesperienza. Certamente parlare dall’esterno è più facile, non lo nego, ma credo sia impossibile non sapere che all’interno dell’ambiente calcio si debba procedere coi piedi di piombo quando si ha a che fare con certi soggetti. Ora Guaraldi si stupisce perché le condizioni dell’affare sono state repentinamente modificate, ma personalmente io mi sarei stupito del contrario, ovvero se un affare con Preziosi si fosse concluso senza sgarbi e senza intoppi. Per destreggiarsi nel mondo del pallone bisogna essere esperti, scafati, scaltri, pronti, sempre sull’attenti, o si rischia di andare a fondo e di venire considerati negativamente sia dagli stessi addetti ai lavori che, in seconda battuta, dalla propria tifoseria. Perché può anche passare il fatto di avere pochi soldi, ma le qualità dirigenziali e gestionali non dovrebbero mai essere un optional. E questa è una regola che vale per tutti, non mi riferisco solo alla società rossoblù.
 
...magari se guaraldi fosse stato padrone di un'unghia del gila sarebbero contate le qualita' nel destreggiarsi,invece preziosi ti "deve" dare Gilardino?!? perche' sei bello?
 

Ad esempio, per quanto riguarda l’acquisizione della seconda metà del cartellino di Panagiotis Kone, il presidente ha parlato poco e, seppure con un po’ di fatica, è riuscito a centrale l’obiettivo. Un piccolo passo per il Bologna (insomma, a livello tecnico non tanto piccolo, visto che stiamo parlando di un ottimo giocatore), un grande balzo per Guaraldi. Questa è la strada giusta da seguire per chi ancora sta imparando il mestiere: se non si hanno le adeguate certezze e una buona dose di sicurezza su quello di cui si sta parlando, andarci cauti. Altrimenti si rischia di creare una generazione di tifosi cornuti e mazziati, sempre che questa non sia già stata creata...
 
non c'e' nessuna strada giusta se uno non esperto continua a circondarsi di incompetenti

Un altro signore che a proposito di comunicazione dovrebbe rivedersi qualche passaggio è proprio Alberto Gilardino, ragazzo timido e schivo che comunque apprezzo da sempre per il suo pregio di aprire bocca solo quando ha qualcosa di davvero importante o interessante da dire. Poco tempo fa Stefano Pioli aveva raccontato di aver sentito telefonicamente il bomber, e che quest’ultimo lo aveva salutato dicendogli: “Mister, ci vediamo il giorno del ritiro”. Inoltre, dopo la partita disputata con l’Italia proprio al Dall’Ara a fine maggio, lo stesso attaccante di Biella aveva dichiarato di voler rimanere sotto le Due Torri. Parole importanti insomma, che però contrastano e non poco con la realtà dei fatti. Certo, ad un livello superiore al suo ci sono i dialoghi più o meno amichevoli tra il volpone Preziosi e il disarmato Guaraldi (nel senso che se hai poco cash hai ben poche cartucce da sparare), ma d’altro canto sappiamo bene quanto la volontà di un giocatore sia importante per il buon esito di una trattativa.
 
 
"il disarmato guaraldi" ma vala' dai smettila!
 

Se Gila davvero sta bene in questa città e vuole continuare ad indossare questa maglia, lo ribadisca una volta per tutte, con fermezza.
 
cosa cavolo deve fare ancora il gila scusa per giocare in una squadra che sara' impoverita e dove rischiera' di retrocedere?
 
 
 Ora o mai più. Altrimenti finirà quasi inevitabilmente per essere aggiunto alla lista di quei campioni che hanno sfruttato l’oasi-Bologna per rigenerarsi prima di cedere nuovamente al richiamo delle banconote e di una maglia all’apparenza più prestigiosa (l’esempio più illustre è il sommo Roberto Baggio). In fondo in fondo rimango fiducioso che le cose andranno nel verso giusto, ma il tempo stringe e bisogna fare in fretta, o si rischia di perdere un’altra pedina a dir poco fondamentale.
 
"sfruttato l'oasi" ma cosa dici? se credevi in gila ne compravi almeno pezzo .

Restando in tema di tasselli mancanti non si può non citare Diego Perez, uno di quei calciatori per cui le corse sono sempre state frasi, i tackle parole e i contrasti sillabe, con la grinta a fare da punteggiatura. Insomma, lui parlava sul campo e il campo parlava per lui. Peccato che l’uomo Perez, una volta uscito definitivamente dal terreno di gioco del Dall’Ara, abbia deciso di congedarsi dalle persone che lo hanno amato e sostenuto per tre anni con un regalo del tutto inaspettato: il silenzio.
 
non ti viene in mente che non parli proprio per rispetto a noi e non creare altri casini?
 
 
 
 
 Forse però il Ruso non sa che anche il silenzio è comunicazione e che, in questo caso, fa decisamente male.
 
il Ruso non deve dimostrarci niente lo ha fatto onorando la camiseta e comportansosi da uomo sempre 

Infine, due parole sull’aspetto comunicativo della nuova campagna abbonamenti del Bologna, in particolare sul cartellone pubblicitario raffigurante Davide Moscardelli nelle vesti di portiere con al suo fianco lo slogan: “Non importa cosa fai. Importa che ci sei. Abbonati!”. Mi piace, è un’idea simpatica e faccio i miei complimenti a chi lo ha creato. Tuttavia, considerando che nella nostra rosa attuale mancano i titolari sia nel ruolo di portiere che in quello di prima punta, ci troviamo di fronte a un paradosso generato involontariamente ma comunque incredibile. A meno che non si voglia puntare davvero tutto sul buon Mosca, augurandosi che sia in possesso del dono dell’ubiquità, c’è ben poco da sorridere.